Fotografia: una copia rimane sempre e comunque una copia

Chi mi conosce sa che sono un appassionato di orologi e, alcuni anni fa, parlando con il proprietario di una – allora – poco nota azienda orologiaia mi disse che era contento perché aveva saputo che nel mercato delle copie si erano visti anche i suoi prodotti. Rimasi sorpreso dalla sua contentezza, ma poi mi spiegò il motivo e sorrisi anch’io. Mi disse che quando iniziano a copiarti vuol dire che hai un tuo stile identificativo e che stai o hai raggiunto sufficiente notorietà e almeno un minino successo. E concluse dicendo che però una copia, anche se ben fatta, rimane sempre tale.

Credo che questo concetto si possa astrarre e rapportare anche all’arte e quindi a una parte della fotografia. Quando in giro si iniziano a vedere degli scatti, o addirittura uno stile che sono imitazioni di quello che hai fatto beh questo significa che il tuo lavoro viene visto, apprezzato e che hai raggiunto un minimo di notorietà. Ognuno di noi Fotografi ci siamo ispirati a qualcuno dei ‘grandi’ del presente o del passato; abbiamo – o almeno avremmo dovuto farlo – studiato le foto di coloro verso i quali ci sentiamo più vicini e che meglio di altri si avvicinano a quello che cerchiamo di esprimere con i nostri scatti. Magari cerchiamo di imitarli per apprenderne la tecnica. Non ho mai nascosto i miei studi sulla luce di Steve McCurry o sul mosso e cupo bianco e nero di Paolo Pellegrin. Mi sono letto e ispirato a molte foto di Erwitt – gli amanti su tutte – che ho poi riproposto anche nel matrimonio (quanti di noi l’hanno fatto forse inconsapevolmente), così come il portare avanti un punto di vista diverso, magari dal basso ricordando lo studio sui cani fatto sempre dallo stesso Erwitt. Naturalmente poi questi studi ti dovrebbero servire per crescere e raggiungere un tuo modo espressivo che sarà una sintesi delle diversi fonti, un qualcosa di solo tuo, che nasce e matura dentro di te. Magari si coglieranno sempre le influenze dei tuoi ‘mentori’, ma se vorrai distinguerti da loro e in qualche modo essere te stesso, nei tuoi scatti si dovrà riconoscere la tua personalità, si dovrà percepire uno stile proprio con il quale trasmettere le tue emozioni e fermare quelle degli altri.

Gli Amanti di Elliott Erwitt copiata da molti fotografi soprattutto matrimonialisti

E’ un punto su cui mi soffermo sempre nei miei workshop sia di matrimonio che nei ‘Nikon School’ in viaggio. Guardate le mie foto, i miei scatti, i miei tagli, magari esercitatevi rifacendo la mia stessa inquadratura, ma ricordatevi che quella foto è mia. Non lo dico con una connotazione di possesso esclusivo che è assolutamente lontano da me. Quella foto è mia perché mi rappresenta, perché è la sintesi dei miei studi, del mio passato, del mio presente, dei miei sentimenti, del mio stato d’animo, del mio essere unico come lo è ognuno di noi, dell’essere Edoardo Agresti.

Don McCullin diceva, a proposito di sue foto fatte nel momento di un terribile massacro: “Non è colpa mia se quel giorno c’era la luce di Goya”. Il problema è che dovunque lui andasse – come dice Scianna in una sua recente intervista – c’era questa luce di Goya! I suoi occhi la trovavano. In questo sta la personalità, il cosiddetto stile di un fotografo.

Oggi nelle varie fonti di consultazione, internet in primis, troppo spesso si vedono delle copie che vengono vendute come originali, i ritratti-collage Polaroid di Galimberti sono forse quelli più inflazionati. Se qualcuno ha seguito altri miei blog ha visto che ho fatto, magari indegnamente, degli omaggi ad alcuni grandi della fotografia. Non c’è niente di male a scrivere che si tratta di un ‘omaggio a’.

Mettendo da parte una falsa modestia, ci sono una serie di scatti che sento mi appartengono e che in qualche modo identificano la mia Fotografia in particolare applicata all’evento matrimonio. Me lo ha fatto notare uno dei miei collaboratori con cui stavo lavorando ieri sera. Mentre stavamo guardando le foto del matrimonio appena scaricate sul portatile mi fa presente come nei miei scatti ci sia una continua ricerca del riflesso, del filtrare il soggetto attraverso il suo speculare. Ed è assolutamente vero e questa cosa va ormai avanti da anni, prima voluta, cercata, adesso istintiva, naturale al punto che mi meraviglio quando me lo fanno notare. Forse c’è, in questo, solo il riflesso, appunto, di una vena narcisistica derivante dal mito del dio greco oppure può essere una ricerca vana della verità: sia l’immagine ripresa direttamente che la stessa riflessa hanno uguale valore, in entrambi i casi sono delle repliche, dei falsi di un solo vero.

una pozza d'acqua fa da specchio a una coppia di sposi in giro per Firenze

Specchio della memoria, come venne definita inizialmente la Fotografia. Lo specchio nasconde delle metafore e delle simbologie molto comuni anche nella letteratura, dal Ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde agli affascinanti incubi raccontati da Jorge Luis Borges in tanti dei sui poemi sullo specchio. Lo specchio, qualunque sia la superficie, per essere tale deve riflettere e forse questa mia continua ricerca gioca proprio su questo doppio significato del verbo e non è altro che uno stimolo all’introspezione che nella realtà fuggo, ma che nella mia fotografia emerge come forte segnale dell’inconscio.

Chiudo questa parentesi filosofica forse anche un po’ noiosa per completare l’analisi sul tema della ‘copia’. Non voglio rivendicare in assoluto la paternità dello scattare allo specchio, sarebbe da presuntuosi oltre che un’affermazione totalmente inconsistente, ma nel matrimonio sento di avere molte foto che mi appartengono e che rivedo in giro come ‘originali’ di altri. Da un lato, come per gli orologi, questa cosa di rallegra, ma dall’altro provo tristezza per il copiatore che non cita la fonte, per come si possa sentire quando magari gli fanno i complimenti per qualcosa di rubato. Una volta si provava vergogna – mi vergogno come un ladro, si diceva -, adesso si è perso totalmente una qualsiasi forma di etica pur di emergere, pur di avere ‘successo’. Comunque, in conclusione una copia rimane sempre e solo una copia ma soprattutto una copia non porterà mai con sé quel carico di emozioni che fanno di ogni originale la sua unicità.

Buona luce

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Comments (8)

  1. vinicio fosser 24 Luglio 2011 at 20:32

    ti ho letto con candore perchè lo trasmetti e , al termine del tuo intervento, ti ho sorriso. Perchè essendo più vecchio di te ed essendo stato un capo di molte persone e gruppi sono passato anche io attraverso questa tue emozione di sorpresa quando un altro propone “come suo” un modello od una pratica od un metodo per cui tu ti sei dovuto fare un mazzo notevole a pensarlo, metterlo in pratica, difenderlo ! ma ho capito che questo significa solo che “funziona” e che la gente poi lo sente proprio e lo difenderà e diffonderà. Credo che sia una conseguenza ed il risultato di qualsiasi forma di “didattica” e tu Edoardo sei un didatta, un grande didatta e insegni non solo la tecnica ma influenzi anche il gusto del tuo tempo e del tuo mondo professionale ed estetico.
    Certo che poi vuoi -da ragazzo giovane che sei- spiegare a cosa tieni di più dei tuoi “giocattoli” ; cosa vorresti meglio rispettato (ma questo dipende dalla educazione -anche culturale- delle persone, cosa diversa dalla educazione estetica e tecnica) e -delicatamente- spieghi e rivendichi il tuo percorso per mostrare e protestare il tuo sforzo, impegno e dispiacere.
    Nella mia vita professionale ho trovato utile e necessario continuare a seminare e mettere a disposizione: ho raccolto -a suo tempo- e certo anche meno di quanto avrei desiderato. Ma mi ha dato molto anche il solo seminare: forse anche tu hai un qualche tuo allievo o amico al cui giudizio tieni più di ogni altro e alla cui amicizia non rinunceresti per nulla al mondo; sono sicuro che questi riconosceranno spontaneamente tutto quello che fai e …questo ti basti.
    un abbraccio affettuoso
    v

  2. Edoardo 24 Luglio 2011 at 21:09

    Che dire Vinicio, se non grazie per le belle parole che scrivi… Spero proprio di avere l’opportunità di approfondire la nostra conoscenza in viaggio. Sul condividere mi trovi pienamente d’accordo. Avrai visto che nei workshop che umilmente conduco, non mi limito in niente e cerco, sperando di riuscirci, di trasmettere tutto quello che la mia esperienza, i miei studi e la mia sensibilità mi hanno insegnato. Non ho segreti o ‘trucchi del mestiere’ di cui sono geloso. Il mio post vuole essere un consiglio, chiamiamolo ‘didattico’, perché nel momento in cui ti commissionano un lavoro, qualunque esso sia e non metti qualcosa di tuo o non sei in grado di farlo, beh forse ti renderai conto che il solo copiare non ti è servito a niente.

    Un grande abbraccio anche a te!!!!

  3. Vincenzo Tessarin" rel="external nofollow">Vincenzo Tessarin 26 Luglio 2011 at 21:43

    Caro Edoardo,
    anche a me, come a Vinicio, mi venuto da sorridere quando ho letto questo tuo bolg ! Tante cose vere e giuste, forse in certi punti un po esagerate.
    Ma la frase che mi è venuta subito alla mente è stata : Chi la fa l’aspetti !!
    Con molta tenerezza e comprensione, in fondo la vita ci mette sempre davanti a noi stessi !
    Un abbraccio e ” in bocca al lupo ” per il prossimo imminente viaggio.

  4. Edoardo 27 Luglio 2011 at 07:31

    Ciao Vincenzo,
    grazie il commento… Il mio blog aveva sì un carattere generale, ma forse ho voluto togliermi qualche sassolino da una scarpa e magari è risultato un po’ ‘troppo’. Scritto comunque a caldo e quindi molto sentito come tutte le cose istintive…
    Un abbraccione a te e al prossimo viaggio

  5. rossano 2 Agosto 2011 at 12:24

    ciao Edoardo, sono un fotografo amatoriale e come tale la rete mi da la possibilità di guardare, confrontarmi, prendere spunti e migliorarmi tra milioni di foto e fototagrafi di ogni genere e tra questo mare mi sei rimasto impresso. Volevo semplicemente complimentarmi con te, sono rimasto ammaliato dai tuoi scatti per tecnica, tempistica, forma e perentorietà e condivido a 360° i tuoi commenti. Un giorno vorrei diventare come te, per il momento l’unica cosa che ci accomuna è la passione. Di nuovo complimenti per le poesie che ti escono dalla reflex.

  6. Edoardo 8 Agosto 2011 at 06:06

    Grazie Rossano, che dire, veramente troppo gentile

  7. Davide Fotografo" rel="external nofollow">Davide Fotografo 1 Ottobre 2011 at 22:26

    Ciao Edoardo, sono un fotografo di matrimoni. Devo dire che raramente mi capita di vedere foto così belle ed emozionanti… passerei le ore sul tuo blog! Sei davvero una fonte di ispirazione!

  8. Edoardo 2 Ottobre 2011 at 07:59

    Ciao Davide, dai grazie di quello che mi scrivi, sono proprio contento di ‘aiutarti’ a ‘crescere’ come tanti l’hanno fatto e continuano a farlo per me!!!!!

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