Certo le sue foto sono tutte uguali. No, gli risposi, lui ha uno stile ben definito

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Parigi, 2014. Il matrimonio e la vita di tutti i giorni. Fotografia di E. Agresti

Mi ricordo, un po’ di tempo fa, parlando con un collega riguardo alla fotografia di un amico comune venne fuori questa affermazione: Certo le sue foto sono tutte uguali. No gli risposi lui ha uno stile ben definito. Ecco la questione dello stile in fotografia è qualcosa sul quale vale la pena spendere alcune parole.

Molti, soprattutto oggi con la diffusione e l’accessibilità di programmi di fotoritocco, confondono lo stile con la post produzione. Spesso ho visto colleghi alla disperata ricerca di plug in e filtri ‘strani’ per crearsi la propria immagine. Non è così. O meglio una particolare lavorazione dell’immagine può in taluni casi ‘aiutare’ a crearsi un proprio stile, ma non è quello che distingue il fotografo. La fotografia è un linguaggio e la post produzione deve servire ad enfatizzare, spiegare, approfondire quel tipo di narrazione.

Altri pensano che avere uno stile voglia dire semplicemente fotografare solo stessi soggetti, gente che piange o che ride oppure scattare tutte foto mosse o sfocate. Sarebbe come dire, per fare un paragone con la pittura, che il Periodo Nero di Goya sarebbe spiegabile soltanto perché ha deciso di fare tutti i suoi quadri scuri. Ovviamente il fatto che il nero sia il colore predominante di gran parte di quelle pitture ne giustifica il nome, ma in quei dipinti in quello stile appunto l’artista riversa tutte le sue angosce, le sue fobie, i suoi incubi e il nero così come la scelta dei soggetti raffigurati sottolinea questo suo stato interiore.

Dice bene il fotografo australiano Geordie Parkin quando afferma che ‘uno stile non si sviluppa all’improvviso, ma è il risultato delle vostre esperienze, un’estensione di quello che siete e di come vedete il mondo. Ciò che rende unico il vostro lavoro è quello che evocate nell’immaginazione di coloro che visualizzano quello che avete realizzato. Uno stile fotografico non è la copia di un altro stile, ma è far sì che la fotografia diventi un’estensione del suo autore. In altre parole, non basta copiare i maestri, bisogna cercare di essere unici!

Banalmente e semplificando forse un po’ troppo il concetto, non basta scattare in bianco e nero per identificare uno stile. Prendete ad esempio le fotografie di Sobol, Pellegrin, Majoli, Delano, Richards, Erwitt e potrei fare tanti altri nomi, se guardate le loro foto e conoscete la loro storia sarete certamente in grado di distinguerle, di capire chi le ha scattate perché ognuno di loro ha un modo di vedere e ‘scrivere’ ben definito. I loro scatti raccontano storie ma parlano anche di loro stessi.

Un vecchio che mangia la minestra  Dipinto di F. Goya del Periodo Nero

Un vecchio che mangia la minestra. Dipinto di F. Goya del Periodo Nero

Fotografia di M. Ackerman

Fotografia di M. Ackerman

Fotografia di J. Aue Sobol

Fotografia di J. Aue Sobol

Avere un proprio stile è il risultato di un cammino frutto anche e, a mio parere, soprattutto del tuo vissuto. Ackermann dice che ha iniziato a fotografare perché non trovava un modo diverso per raccontare quello che vedeva e sentiva. Nelle sue fotografie si legge la personalità dell’autore con tutte le sue paure, le sue ansie, i suoi dolori. Lo stile è proprio questo tentativo di esprimere se stessi e il mondo in cui viviamo, in immagini. Avere uno stile personale è qualcosa di non facile da individuare, presuppone di avere scattato molto, di aver capito perché nel corso degli anni sei stato attratto da luoghi, genti, situazioni, accadimenti, storie che hanno un filo conduttore comune. Presuppone anche di aver studiato il lavoro di altri fotografi, di aver partecipato a workshop, seminari, di essersi confrontato con colleghi, di aver fatto vedere in giro la propria fotografia, di aver colto suggerimenti e consigli. Presuppone di avere coscienza del perché si fotografa, di quale sia il volano che ci spinge a scattare. Presuppone di lasciarsi portare dal cuore e non dalla testa. Non serve mettersi a tavolino alla ricerca di una particolare ‘azione’ di Photoshop, lo stile è a monte, oserei dire prima addirittura dello scatto. Lo stile è dentro di noi.

Buona luce

[Le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto d’autore, vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis e 101 comma 1 Legge 633/1941.]

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