Professione wedding planner

Ormai sono passati oltre 25 anni dalla prima volta in cui ho lavorato insieme ad una wedding planner. Era una eclettica ragazza americana che, proprio perché nel suo paese questa professione era molto diffusa, aveva provato a riportare quell’esperienza lavorativa anche in Italia. Era una delle prime ‘WPlanner Agency‘ nate nel nostro paese. Aveva sede in Toscana e si occupava di organizzare eventi, in particolare matrimoni, per coppie statunitensi che decidevano di coronare il loro sogno nelle terre di Michelangelo e Leonardo. Oggi la struttura da lei fondata continua a vivere ma non più con la sua presenza all’interno. Nel frattempo la professione si è diffusa e, mentre prima era prevalentemente gestita da inglesi e americane che facevano la spola tra l’Inghilterra, l’Irlanda, gli Stati Uniti e l’Italia, adesso sono sempre più le figure nostrane che si specializzano nell’organizzazione di eventi con risultati che niente hanno da invidiare alle loro colleghe straniere, anzi alcune hanno raggiunto dei livelli che le inseriscono senza dubbio nel gotha mondiale delle Event Planners.

Con venticinque anni di rapporti alle spalle credo, quindi, di avere i numeri e l’esperienza per poter spendere qualche parola su questa professione. Parto dai ringraziamenti. Se ho potuto lavorare in certi ambienti molto esclusivi con coppie o personaggi famosi lo devo a chi, promuovendo la mia fotografia e fidandosi della mia professionalità, mi ha permesso di sfiorarli. Quindi grazie, obrigado, thank you, danke, merci, spasibo, tack.

Continuo con una buona dose di meraviglia. Le iniziative, gli allestimenti, gli intrattenimenti, le idee che hanno alcune di esse sono a dir poco geniali. Certo molto dipende dal budget che la coppia mette a loro disposizione, ma vi posso garantire che anche con disponibilità limitate ho visto fare delle cose incredibili, magari sfruttando accessori di poco costo disposti però in modo elegante ed originale.

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Un altro aspetto che vorrei sottolineare è la loro pazienza. Ho lavorato con delle coppie che, sicuramente sotto la pressione dell’evento e per certi aspetti inconsapevolmente, facevano di tutto per ‘rovinare’ quello che sarebbe dovuto essere tra i loro giorni più belli. E’ solo grazie alla infinita professionalità ed esperienza della wedding planner che l’evento è potuto scorrere perfetto fino alla fine. Spesso non ci si rende conto dell’enorme lavoro che viene fatto dietro le quinte e coordinare tutte le persone coinvolte equivale alla responsabilità di un direttore d’orchestra. Mi sono trovato ad essere il fotografo di un matrimonio da 50 invitati con 170 persone di staff o viceversa 2500 ospiti con 30 persone impegnate nell’organizzazione. 

Questo lavoro non si improvvisa. Così come vale per il Fotografo, vale anche per la Wedding Planner. Non è perché si è organizzato il matrimonio della sorella allora abbiamo maturato le competenze per farne una professione. Ci sono delle responsabilità enormi che questo mestiere sottende e comporta, e niente può essere lasciato all’improvvisazione. Qui il parallelismo con la Fotografia è molto forte e calzante. Non si possono fare delle prove, non c’è un’anteprima per valutare eventuali correzioni, DEVE ESSERE BUONA LA PRIMA e se qualche imprevisto accade  – e proprio perché non prevedibile può succedere – deve essere l’esperienza maturata negli anni a venire in aiuto. Ovvio che una brava professionista deve minimizzare i rischi, ma l’inconveniente può sempre accadere. Circondarsi di persone competenti, lavorare con il proprio staff collaudato, affidarsi a bravi professionisti nei vari settori può essere determinante per evitare problemi non calcolati. 

Come fotografo devo dire che nel corso di questi anni i miei rapporti con le wedding planner sono stati sempre di rispetto e fiducia reciproca e sono stati veramente pochi i casi in cui abbiamo avuto delle incomprensioni, subito chiarite. Ognuna ha il suo carattere, come io ho il mio. Quando arriviamo nel pieno della stagione siamo tutti più tesi e talvolta, non per cattiveria, ma solo per un po’ di nervosismo da stress può capitare di ‘mettere i puntini sulla i’. Però MAI e dico MAI questo ha compromesso il mio lavoro come fotografo. La coppia al primo posto e la professionalità è sempre stata avanti a tutto.

Infine faccio un invito alle coppie italiane che stanno pensando di sposarsi. Il 90% delle coppie straniere soprattutto anglosassoni, ma non solo, si affidano ad un professionista nell’organizzazione del loro matrimonio sia che questo venga fatto nel loro paese sia che venga fatto all’estero. Ecco in Italia la percentuale si ribalta. Sono veramente molto poche quelle che decidono di farsi aiutare nella pianificazione del loro evento. Sbagliano. Rivolgetevi ad una BRAVA wedding planner e vedrete che sarà un buon investimento sia in termini di tempo, di stress e di risultato e, talvolta, può capitare che si riesca anche a risparmiare qualcosa sul costo dei fornitori impegnati e da lei presentati.

Buona luce

P.S.: ho usato il termine ‘wedding planner’ con l’articolo sempre al femminile perché statisticamente sono molto più numerose le donne che fanno questa professione. Ci sono comunque anche dei bravissimi professionisti uomini. Non ho fatto nessun nome, fare un elenco delle wedding planner non sarebbe stato carino e avrei rischiato di fare una classifica. Tutte quelle con cui collaboro hanno qualcosa che le rende uniche e speciali.

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