Che bella fotografia, sembra un dipinto

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Uno scatto all’infrarosso la cui ‘tecnica’ spesso fa associare alla Fotografia l’idea della Pittura

Sono entrate le macchine, l’arte è uscita… Sono lontano dal pensare che la fotografia possa esserci utile.
[Paul Gauguin]

Chissà perché quando si ha davanti una ‘bella’ fotografia spesso la reazione dei più è quella di associarla ad un quadro. Ma che bella sembra un dipinto! Come se la Fotografia non avesse una vita propria e la sua bellezza per essere tale dovesse riflettere la pittura.

Paradossalmente dopo la nascita della Fotografia, molti decretarono la fine della pittura. Paul Delaroche, dopo l’annuncio di Daguerre sulla sua”invenzione’, affermava: “A partire da oggi la pittura è morta”; il pittore, litografo e caricaturista Daumier sosteneva: “La fotografia imita tutto e non esprime nulla; essa è cieca nel mondo dello spirito”. Altri cercarono di screditare questa nuova forma di espressione relegandola come bassa manovalanza. Famosa fu la presa di posizione di Baudelaire contro proprio l’idea che la fotografia, come nuovo mezzo espressivo, potesse diventare una forma d’arte e soppiantare la pittura e il disegno: ‘Essendo l’industria fotografica il rifugio di tutti i pittori mancati, troppo poco dotati o troppo pigri per completare i loro studi, questo universale esagerato entusiasmo, aveva non soltanto il carattere della cecità e dell’imbecillità, ma anche il tono d’una vendetta’. 

Ben presto queste critiche ‘passarono’ di moda; Nadar, che in qualche modo fece riflettere Baudelaire, realizzò proprio sulla sua persona uno dei ritratti più famosi della storia della Fotografia. Molti pittori divennero fotografi mentre altri cercarono di far convivere o di sfruttare le peculiarità delle due diverse forme di ‘racconto’ per crescere e presentare qualcosa di nuovo, tipo Man Ray. Anzi fu proprio anche grazie alla Fotografia che la pittura ebbe una nuova sferzata di novità dalla seconda metà dell”800 fino alla prima metà del ‘900. I pittori infatti, con la crescita tecnologica e dei supporti di riproduzione, si erano resi conto di non poter più ‘competere’ nel realismo sia del ritratto che del paesaggio con la fotografia. Iniziarono quindi ad esplorare nuovi modi di vedere il mondo alla ricerca di un linguaggio diverso, in cui l’imitazione accurata, l’esattezza del dettaglio e della prospettiva, così ammirati prima della fotografia, venivano meno. Nell’arte pittorica, dalle esperienze del Romanticismo e del Realismo, che avevano rotto con la tradizione accademica, nacque l’Impressionismo, in cui decadeva l’importanza del soggetto, portando l’attenzione al colore ed alla soggettività dell’artista, le cui emozioni andavano esaltate e non più contenute. Il mondo fotografico veniva coinvolto da quei cambiamenti che dovevano portare la pittura dall’Impressionismo al Divisionismo, al Cubismo, al Futurismo. D’altro canto nello stesso periodo la fotografia per cercare di darsi un ‘tono’ cercò di dare alle sue immagini ‘l’idea’ della pittura con la nascita del cosiddetto Pittorialismo e poi successivamente grazie al movimento Bauhaus iniziò un vero e proprio confronto e convivenza anche se – a mio modesto parere – molte delle sperimentazioni poco avevano a che vedere con il concetto stesso di Fotografia.

L'esempio più significativo di pittura di Picasso eseguita da una foto è il dipinto ad olio del 1923, Paulo su un asino, e rappresenta il figlio ripreso nei giardini pubblici.

L’esempio più significativo di pittura di Picasso eseguita da una foto è il dipinto ad olio del 1923, Paulo su un asino, e rappresenta il figlio ripreso nei giardini pubblici.

Ma mettendo da parte considerazioni di ordine storico credo sia importante comprendere cosa differenzia queste due forme espressive. Fotografia si può ‘tradurre’ in ‘scrivere con la luce’ o in ‘scrittura di luce’, due definizioni solo in apparenza simili ma profondamente diverse nella sostanza. Nella prima si attribuisce al fotografo la capacità di ‘scrivere’ e quindi per certi aspetti diventa una sorta di pittore il cui pennello è la luce ed è lui stesso a muoverlo. Nel secondo caso invece è la luce, il mondo, l’universo che dipinge se stesso; il fotografo è colui che decide quale parte di esso circoscrivere. Ecco penso che la questione sia tutta condensata in questi due approcci diversi e contrapposti del significato di Fotografare. Ed in linea con la seconda definizione ecco che la Fotografia è fin dalla sua nascita qualcosa di fortemente diverso dalla Pittura. Dal punto di vista visivo ed emozionale le analogie tra queste due forme di comunicazione sono innumerevoli e talvolta si sovrappongono. Ci sono dei quadri che hanno una composizione e un taglio fotografico così come delle fotografie che hanno un uso della luce e dei colori assolutamente pittorico, ma sono e restano due prodotti diversi. In pittura si può raccontare, esternare, condividere quello che hai ‘dentro’ stando seduto davanti a una tela bianca in una stanza bianca senza mobili e finestre. In fotografia puoi raccontare te stesso ma hai bisogno di vedere; la fotografia può nascere dentro di te ma ha bisogno del ‘mondo’ per prendere vita. Come ho letto da qualche parte, la fotografia ha come suo “medium” non pennelli e colori, ma la realtà visiva. Non si dà forma ad un materiale in fotografia ma piuttosto si dà materia a una forma; non si usano più le mani ma l’occhio appunto.

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E’ bello vedere come la copertina di due dei libri più famosi di HC Bresson siano dei disegni di Matisse e Mirò

La Fotografia può essere la sintesi di una storia, può essere il momento decisivo bressoniano, può essere – come ho letto recentemente in un’intervista a Antonio Biasiucci – il cercare di riprodurre l’emozione di un vissuto passato, può essere un mosso, uno sfocato, può essere una ripresa aerea, può essere monocromatica o a colori, può essere tutto questo e altro ancora, ma dovrà sempre partire e fare riferimento ad una parte della realtà e per questo non potrà mai essere una pittura.

Quindi quando vedete una bella fotografia, chiamatela semplicemente bella, punto!

Buona luce

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