Hai scelto il Fotografo per il matrimonio? Chi è? Un amico di mia sorella…

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La fotografia di matrimonio non è una cosa facile da fare e non è così scontato che l’essere un bravo fotogiornalista in altri settori dell’immagine sia anche un buon fotografo di matrimonio

Ne ho parlato tanto, ma voglio tornare ancora una volta sull’argomento grazie anche a quello che mi è successo pochi giorni fa. Prima però una piccola premessa. Guardando in giro sui social, nelle corrispondenze, in siti internet personali, sotto al nome del ‘titolare’ appare sempre più frequentemente la scritta Fotografo o all’inglese Photographer. Spesso rimango perplesso quando lo vedo inserito in contesti in cui conosco la persona e so che fa tutt’altro nella vita per vivere. E’ vero, e credo sia importante sottolinearlo, che l’appellativo ‘Fotografo’ non è legato necessariamente alla professione. Chi fotografa può ‘tecnicamente’ essere chiamato ‘fotografo’. Credo però che si debbano fare dei pesanti distinguo. Qualcuno mi dice che scrivo bene – non è vero – però non mi sono mai sognato di definirmi ‘Scrittore’. Qualcuno dice che cucino benino – già più vero – ma non mi sono mai permesso di definirmi ‘Cuoco’. Potrei continuare con tanti altri esempi non più riguardanti la mia persona perché non credo di avere altre ‘abilità’.

La Fotografia è una cosa seria e quando ti definisci Fotografo credo debbano entrare in gioco altre considerazioni. Non si tratta più – come una volta – di essere tecnicamente preparati. Oggi la forma nell’immagine ha raggiunto un livello molto alto. Si vedono in giro degli scatti realizzati molto bene, con una padronanza del mezzo e – troppo inflazionata a mio parere – dell’uso di software di post produzione eccellenti. Però… Credo che le parole di Gabriele Orlini – che ho raccolto da un post di una cara amica –  riassumano bene la differenza tra uno che scatta e un Fotografo:

Un argomento che mi è sempre piaciuto considerare “l’argomento” nella fotografia: il suo contenuto. Cosa la fotografia esprime, cosa e se la fotografia racconta, rappresenta, informa, emoziona, documenta, denuncia, illustra, e via discorrendo. In questi ultimi tempi dove la poesia della pellicola è stata completamente sovrastata dalla naturale dimensione del digitale, quando la fotografia è ufficialmente considerata un fenomeno di massa, ciò che più emerge anche nelle immagini professionali e amatoriali è troppo spesso la pochezza o la mancanza di Contenuti. La mia personalissima opinione, da essere pensante e da fotografo, è che nel momento stesso in cui una Fotografia viene considerata nel fine dell’apparecchio che l’ha realizzata e non sul suo (eventuale) contenuto allora avrà luogo il fallimento della Fotografia stessa, nella sua definizione di “scrittura con luce” e potremo iniziare a parlare esclusivamente di “realizzazione di immagini”. Tutti noi, che non siamo i figli di Cartier Bresson ma del tempo nel quale cresciamo, forse dovremmo iniziare ad augurarci “Buone idee” e non “Buona Luce” perchè la luce…bè, quella è ormai scontata.

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L’importanza del contenuto oltre ad un buon contenitore. Oggi è sempre più facile realizzare belle immagine, molto più difficile fare belle Fotografie

Ecco che allora il termine Fotografo assume un significato molto diverso e profondo. Se molti si facessero un esame di coscienza e si rendessero conto che la Fotografia – almeno una parte di essa – è soprattutto contenuto, forse molti toglierebbero quell’appellativo da sotto il nome.

Ma vorrei fare un’altra riflessione legata al motivo di questo post. Non basta essere Fotografi per sapere fotografare tutto. C’è questa altra convinzione che va smontata. Io sono un fotografo che – credo – riesce a raccontare decentemente la storia di un matrimonio, di una festa, di un evento. Ho fatto e sto portando avanti dei progetti di fotografia sociale e di viaggio dignitosi nella loro realizzazione. Non chiedetemi però di fare still life, moda, architettura magari riesco a tirare fuori qualcosa di decente ma non mi definirei mai un Fotografo di Interni, non è il mio skill (boh perdonatemi per l’inglesismo!).

Ho ricevuto questa email poco tempo fa’: …come probabilmente ti è stato spiegato, abbiamo fatto l’errore di affidare ad un’amica di mia sorella il servizio fotografico del nostro matrimonio lo scorso anno. Io sono una giornalista corrispondente estera in zone di guerra [lavora per la più importante agenzia internazionale di stampa] per me, quindi, la fotografia è molto importanti (come vedo lo è per te!). Così vorremmo alcuni scatti fatti da te rivestendoci come il giorno del nostro matrimonio. Magari li facciamo in città, intorno alla Villa dove ci siamo sposati e in altri posti che conosci. Vorremmo qualcosa di diverso e non tradizionale. Il tuo modo di scattare è veramente unico e non vediamo l’ora d’incontrarti. [il testo originale è in inglese]

Parlando con gli ‘sposi’ durante il servizio mi raccontavano che l”amica di sua sorella’ è un’importante fotografa internazionale che lavora per l’agenzia. Tra l’altro molto brava, ma non aveva mai fotografato un matrimonio. Quante volte – anche da parte di fotografi importanti nel panorama del fotogiornalismo nazionale – si sente denigrare la fotografia di matrimonio come un servizio di basso livello. Qualcuno è arrivato addirittura a definirla una ‘marchetta’ necessaria alla sopravvivenza. Altri ancora non si ‘abbassano’ neppure e preferiscono cambiare lavoro piuttosto che fare fotografie di matrimonio. Alcuni non la considerano neppure Fotografia. Quanta presunzione e snobismo. Beh vorrei mettervi alla prova, vorrei lanciare un guanto di sfida, vorrei che prima di parlare o di sputare sentenze provaste a confrontarvi in un tale lavoro. Non vi piace? Non avete il mood giusto per farlo? In fin dei conti è un evento, c’è dietro una storia da raccontare. Forse può sembrarvi banale, scontata – non ditelo agli sposi che fanno affidamento su di voi – ma prima di giudicare provateci. Prendetelo come un assignment. Non credo che tutti gli ‘assegnati’ che vi sono stati commissionati siano dei servizi che sentivate vostri e che avete fatto con piacere, o sbaglio?

Infine un appello alle coppie che stanno valutando il fotografo per il loro matrimonio. E’ una scelta importante, fate molta attenzione ‘agli amici di vostra sorella’. Magari possono essere dei bravi professionisti nel loro campo, ma non è assolutamente detto che siano in grado di raccontare la storia del vostro matrimonio. Cercate l’esperienza, l’abilità, l’occhio, la cortesia nel fotografo che andrete a contattare. Cercate un professionista che fa matrimoni e che li fa bene. Uno che si sente orgoglioso di farli, che non si nasconde come un ladro, che non si vergogna ma ama e si diverte durante il vostro matrimonio. Ricordate sempre che è un giorno unico e l’unica cosa che ve lo farà ricordare saranno le fotografie e le emozioni che da quelle foto dovrebbero emergere.

Spero con questo post di evitare ad altre coppie la delusione di brutte foto perché nessuno sarà in grado di rimediare a questa profonda mancanza. Affidatevi a professionisti seri e qualificati nel loro settore e lasciate che gli ‘amici della sorella’ facciano il lavoro per cui si sono specializzati.

Buona luce (io continuo a dirlo)

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