Il Fotografo e le ‘ferie’ (?)

Mi ricordo, quando facevo l’assistente per un fotografo fiorentino – diventato poi un caro amico – che una volta parlando di ferie mi disse che quando avessi avuto la necessità di andare in vacanza sarebbe stato il momento giusto per mettere in discussione il lavoro che stavi facendo. Il Fotografo non va in vacanza, come del resto lo scrittore, lo scultore, il pittore. Mi viene in mente l’immagine di Cézanne vista di recente al museo del Prado con i pennelli, la tavolozza e una tela in mano che passeggia per le montagne francesi senza sapere se nel suo girovagare avesse poi trovato qualcosa da dipingere. Il Fotografo oggi ha dei mezzi molto più semplici e comodi per scattare, ma credo che debba sempre avere lo spirito di Cézanne. Il Fotografo è in continuo guardare, talvolta vede e in quel momento deve scattare. A parte qualche ‘assegnato’, la Fotografia è qualcosa che fai per te, è una necessità che ti nasce da dentro.

paul cezanne

Tante volte e mai come in questo periodo, la fotografia è la mia amica, la mia compagna di viaggio. Senti un bisogno quasi fisico di scattare perché è nello scatto che si riversa – almeno per me – tutto quello che respiri dalla vita di ogni giorno. Paure, gioie, dolori, speranze. Cosa vuol dire per un Fotografo andare in vacanza? Forse non rispondere alle chiamate dei clienti, non fare preventivi, non scrivere email, non preparare fatture, evitare di andare in banca a supplicare il direttore ma questa è la parte del ‘Segretario’ che molti di noi Fotografi siamo costretti a fare, ma niente ha che vedere con la Fotografia. No il Fotografo non va in vacanza anzi! Forse ci manda il suo ‘Segretario’ ma, se può permetterselo, lui si attiva per trovare qualcosa da fotografare, un progetto da raccontare, una storia da narrare, un paese da vedere, un popolo da scrivere.

Come capisco chi, costretto per necessità a fare un altro lavoro, non aspetta che le vacanze per colmare quella voglia che spesso è costretto a reprimere durante l’anno. E in genere chi sente questo bisogno vitale, non cerca le bianche spiagge maldiviane o la rilassante crociera sul Nilo. Vuole prendere la sua macchina fotografica e andare alla ricerca di qualcosa da narrare prima a se stesso e poi al mondo. Fosse una discarica serba, una favelas brasiliana, una stazione dei treni bengalese, un vecchio ostello per senza tetto armeno.

Ho iniziato a leggere un bellissimo libro di Massimo Bisotti che inizia così: ‘Dovrà capitare prima o poi che due anime selvatiche, che non vogliono sentirsi strette da nessuno né chiuse agli angoli del mondo e che si amano abbastanza da non scappare né inseguire, si fermino a comprendere che completarsi è questo. E’ chiudersi all’aperto sapendo che a nessuno dall’esterno sarà permesso entrare dentro. Si può rischiare di stare insieme per tutta la vita così, senza che sia una minaccia, ma solo un sublime stato di grazie e di strafottente e imbarazzante felicità’. […] Amate la persona che vi farà venire voglia di svegliarvi sempre prima del previsto, per guardarla qualche attimo in più prima di uscire, e dormire sempre un attimo più tardi per farvi chiudere gli occhi stanchi di sonno ma mai stanchi di lei.’ Ecco la Fotografia è come la persona della tua vita, ‘qualcuno’ da amare incondizionatamente. Un tramonto che non tramonta mai…

Costa Castiglioncello02

Buona luce e buone vacanze

 

 

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